RIMINI. "I ragazzi che fecero l'impresa" sono pronti a tornare sul parquet che li ha visti protagonisti in quarto di secolo fa. A capo di quel gruppo formidabile c'era lui, Piero Pasini. Il Topone è già tornato da queste parti, prima con la seconda puntata della "saga-Marr" dopo i disastri delle annate successive al suo primo addio, poi anche da avversario. A Rimini il coach ha lasciato un segno indelebile come in nessun altro posto dove ha lavorato e non è un caso che nel giorno delle "parole in libertà" dei suoi ex giocatori, il nome Pasini è il più gettonato.
"Pasini? Il mio primo padre tecnico, il mio secondo padre di vita - dice Luca Dalmonte, giovanissimo assistente del coach di Forlimpopoli -. Se non avessi incontrato Piero, ma anche Carasso e quel gruppo di giocatori, forse oggi la mia strada sarebbe stata diversa. Cosa ricordo di quell'anno? Beh, i pronostici di inizio stagione, con la Marr data sicura retrocessa, ma la forza del gruppo ha sovvertito tutti i pronostici. Quando c'era l'idea di tagliare Sims, la squadra ha fatto quadrato attorno a Gig, apprezzandone le doti di uomo e giocatore. Quello è stato il momento che ha girato la stagione".
Ed ecco i giocatori, uno per uno, in rigoroso ordine di maglia.
Umberto Coppari (4). "L'armonia che regnava all'interno del gruppo ha fatto la differenza. C'era una sorta di patto segreto tra di noi, un'unione dentro e fuori dal campo. Finita la partita o un semplice allenamento, spesso si andava a cena assieme e si scherzava tantissimo. Un momento difficile fu quando stavano per tagliare Sims: e anche lì ha vinto la squadra che stava tutta con Gig".
Sandro Angeli (5). "Era una squadra che tutti consideravano scarsa, con giocatori non pronti per l'A2 come Cecchini e Ottaviani e due Usa di seconda fascia. I due Giorgio furono tra i migliori italiani di quell'anno, Ernesto non faceva vedere palla a nessuno e ce ne fossero adesso in A1 di numeri 4 come Sims. Il tutto condito dalla sapiente regia di Benatti".
Luca Ioli (6). "Beh, cosa ricordare se non quel famoso tiro libero con la Yoga? (il +3 che portò la differenza canestri a favore della Marr, ndr). Sbagliai il primo e ricordo ancora il 'noooo' di tutto il Flaminio, per fortuna entrò il secondo. Perché la palla andò a me in quel momento così caldo della partita? Perché Pasini mi metteva in campo negli ultimi due minuti per tenere palla e arrivava puntuale il fallo sistematico".
Maurizio Benatti (7). "Per tanti anni non ho avuto un ricordo limpido di quell'annata. Improvvisamente mi sta tornando in mente tutto: è bastato incontrare i miei vecchi compagni e sfogliare le pagine del libro-amarcord per tuffarmi nuovamente in quell'avventura. Ricordo le partite perse pur avendo dato tutto o quelle vinte che ci hanno avvicinato al traguardo".
Vinicio Mossali (8). "Ci davano per spacciati in partenza e invece abbiamo fatto la sorpresa a tutti. Eravamo amici prima che giocatori ed è indimenticabile la gioia di tutto il gruppo al termine della partita di Vigevano. Oh, ragazzi, non capita tutti i giorni di vincere un campionato o comunque di realizzare un'impresa come quella".
Danilo Terenzi (10). "Cosa ricordo? Beh, facile, le 'cecchinate' di Cecchini: partiva come Speedy Gonzales, poi al primo contatto si buttava a terra come se fosse morto ma in realtà non si faceva mai nulla. E giù risate a ripensarci. In campionato giocavo poco, avevo più spazio nelle amichevoli di metà settimana, ma ecco l'incubo: chi sbagliava qualcosa veniva immediatamente spedito da Pasini a farsi i gradoni, il brutto era che quelle partitelle erano seguite da un sacco di tifosi. Ma nella mia carriera mi sono servite tantissimo".
Giorgio Cecchini (11). "E' stata un'annata talmente speciale che c'era un giornalista torinese della Stampa che mi aveva preso in simpatia tanto da volermi in nazionale. Purtroppo nel mio ruolo c'era gente come Riva e Premier. La partita chiave per me resta quella di Siena, prima di ritorno (la Marr vinse 68-87, ndr): marcavo George Bucci che fece una partitaccia (forse non era tutto merito mio) e io chiusi con 10/10 ai liberi".
Gig Sims (12). "La partita di Vigevano il ricordo più bello. Era la tappa decisiva, ma non capita tutti i giorni di vedere i tuoi tifosi che riempiono il palazzetto avversario".
Giorgio Ottaviani (13). "La Marr era una squadra umile e operaia, su questo ha costruito la propria forza. Italiani e americani formavano un solo gruppo, d'altronde era facile instaurare un bel rapporto con gente come Ernesto e Gig, il tutto sotto la regia di Pasini. La vittoria di Siena ci ha fatto capire che potevamo puntare in alto e poi io e Cecchini quella sera avevamo il dente avvelenato: all'andata Pasini chiamò time-out, noi facemmo il contrario e Malagoli ci castigò all'ultimo secondo. Al ritorno lo marcai io e fece 'virgola'. Una bella rivincita".
Paolo Paci (14). "Impossibile mettere in ordine tutto quello che è successo quell'anno, una promozione insperata: per tutti, riminesi e non, eravamo da ultimi posti. Invece in quella Marr c'era un equilibrio perfetto, un quintetto che giocava alla grande e noi panchinari tutti con un compito preciso. I miei battibecchi con Pasini? Eravamo cane e gatto, ma erano discussioni positive".
Ernest Wansley (15). "Non ero certo il punto di riferimento offensivo di quella squadra, ecco perché i 35 punti di Ferrara, in una partita decisiva per la promozione, restano il mio ricordo più bello di quella stagione indimenticabile".
Stefano Brighi (19). "La partita che ricorderò sempre resta sempre quella con la Yoga: palazzo stracolmo e tanta gente fuori senza biglietto. Ma uno spettacolo erano anche gli allenamenti, seguiti da tanti tifosi perché allora non c'era la moda di svernare negli ipermercati. Pasini sfruttava la situazione e ne approfittava per beccarci a turno con nomignoli variopinti".
Carlo Ravegnani, 12 settembre 2009