Ci siamo imbarcati in un'impresa che sembra "folle".
I fondatori del Comitato, imprenditori e professionisti già barcamenati tra famiglie (più o meno numerose) e lavoro (più o meno stressante), il 17 maggio scorso hanno deciso di formalizzare quell'idea apparentemente strampalata - organizzare un degno festeggiamento per la mitica MARR 1983-84 - facendo tutto in famiglia, tutto in economia, inizialmente senza finanziamenti e senza una precisa pianificazione... solo spinti dall'entusiasmo e dall'amore viscerale per quella squadra e per i ricordi sportivi e umani legati ad essa.
Oggi, dopo poche settimane dall'avvio ufficiale dell'impresa, possiamo già contare su alcuni sostenitori: MARR in primis dal punto di vista economico ma anche Metha e Condor per quello che riguarda lo sforzo logistico relativo all'alloggio e al trasferimento aereo intercontinentale dei giocatori statunitensi. Siamo immensamente grati agli imprenditori che credono nella nostra idea... ma servono ulteriori fondi per articolare tutte le iniziative programmate per celebrare al meglio la ricorrenza: oltre alla partita, infatti, ricordiamo il libro fotografico e la serata conviviale con il pubblico. Per questo contiamo sull'apporto del pubblico, di quel pubblico che riempiva il Flaminio, di quel pubblico che salì sui 18 pullman diretti a Vigevano. Per sottoscrivere la propria piccola, ma fondamentale, parte nel Comitato bastano 5 Euro.
Stiamo lavorando per rintracciare sostenitori parimenti "istituzionali". Non servono cifre iperboliche, ma solo quelle poche migliaia di euro necessarie-sufficienti per garantire la piena riuscita dell'evento: vorremmo, nel contempo, legare al ricordo di una squadra che rappresentò la Rimini tutta a livello nazionale a marchi di un certo livello, riconoscibili e riconosciuti. In questo senso a MARR S.p.A. ben si sposano Condor Group e Metha Hotel Group, che idealmente rappresentano al meglio l'imprenditoria riminese nel panorama italiano.
Non nascondiamo che ci sono momenti di preoccupazione e di scoramento: molti di noi non sono professionisti dello sport, non sanno cosa significhi pragmaticamente organizzare un evento di questo tipo... gli imprevisti, i dettagli e, soprattutto, le spese e le responsabilità che si devono affrontare e superare per vedere soddisfatta la nostra aspettativa e il degno coronamento alla squadra che andiamo a celebrare rimangono un'incognita sino al momento della loro comparsa (spesso improvvisa).
Per molti di noi l'attività del Comitato si è evoluta da hobby a professione, da 3° (o 4°) lavoro a (quasi) attività principale e motivo di preoccupazione e di raggiungimento di obiettivi. E il tutto vissuto in modo spassionato e ideale, come sono (o dovrebbero essere) i "grandi amori".
Personalmente devo dare atto che i "ragazzi" (oggi adulti), quei ragazzi, sono fonte di adrenalina ed entusiasmo. Parlare con loro è ancora oggi motivo di allegria e goliardia, ma anche di un velo di nostalgia per uno stile di vita e di comportamento che attualmente si sono dissolti nello sport professionistico. Personalmente e sinceramente, guardarli giocare (e vincere) su un campo da basket venticinque anni fa, per me ragazzino alle prime armi cestistiche, era esemplare. Sentirli parlare oggi, per me uomo con figli piccoli cui spetta il compito di indicare un modello di vita, è parimenti esemplare per umiltà, rispetto e voglia di rimettersi in gioco... contando sempre e comunque sul prossimo e sull'apporto dei compagni di squadra.
Grazie, ragazzi.